Carta Tematica della Fauna delle Montagne della Duchessa
INTRODUZIONE
La fauna presenta quasi tutti gli elementi, che
caratterizzano il popolamento animale dell'Appennino, nonostante
le ridotte dimensioni dell'Area Protetta
(sup. 3543ha).
L'elevato numero di specie è dovuto essenzialmente alla
posizione geografica, che ha permesso "l'afflusso"
di vari elementi faunistici soprattutto di origine orientale e
settentrionale, oltre a giocare un ruolo determinante nel
consentire l'esistenza di "aree rifugio" durante le alterne
vicissitudini climatiche del Quaternario. Vedasi l'attuale
presenza di specie relitto come :
Arvicola delle nevi (Microtus nivalis) e del Gracchio alpino (Pyrrhocorax graculus).
Numero di specie censite all'interno della Riserva
- 227 DI INSETTI
- 1 DI PESCE
- 9 DI ANFIBI
- 10 DI RETTILI
- 97 DI UCCELLI
- 38 DI MAMMIFERI

ANFIBI E RETTILI
La maggior parte delle specie di Anfibi e Rettili sono da considerarsi delle emergenze naturalistiche in tutto il territorio nazionale. Alcune di esse, infatti sono particolarmente minacciate sia per motivi di tipo faunistico (ad esempio la rarità delle popolazioni) sia per motivi ecologici (determinate esigenze di nicchia spaziale o trofica), sia ancora per motivi di carattere biogeografico (endemismi, popolazioni disgiunte, distribuzione al limite dell'areale, relitti paleozoogeografici). In assoluto però, le due specie più interessanti e meritevoli di attenzione sono il Tritone crestato (Triturus carnifex), tra gli Anfibi e la Vipera dell'Orsini (Vipera ursinii ursinii), tra i Rettili. La popolazione del primo presente nel Lago della Duchessa (1788 m) è tra quelle rinvenute a quote maggiori in ambito appenninico, a dimostrazione di particolari adattamenti alle "estreme" condizioni ambientali, presenti nell'area. La Vipera dell'Orsini frequenta i pascoli di alta quota, con caratteristiche steppiche, nutrendosi essenzialmente di Ortotteri (grilli e cavallette). Pur essendo un serpente velenoso, il suo morso non sembra sia in grado di provocare danni particolari all'uomo, ciò è dovuto alle ridotte dimensioni delle zanne, con le quali è in grado di inoculare una scarsissima quantità di veleno. Tra le altre specie presenti vanno menzionate tra gli Anfibi il Rospo Smeraldino (Bufo viridis) e la Rana verde (Rana esculenta) tra i Rettili la Vipera Comune (Vipera aspis), il Biacco (Coluber viridiflavus).
UCCELLI
Lo sviluppo altimetrico e le caratteristiche orografiche
della Riserva permettono l'esistenza di un'elevata eterogeneità ambientale,
che consente a numerosissime specie di uccelli di trovare nicchie ecologiche
idonee. Si ha cosi, la possibilità di osservare nell'Area Protetta la contemporanea
presenza di entità tipicamente steppiche
(coturnice
- (Alectoris graeca) e forestali (picchi e Astore).
Tra le specie censite
(97) sono di particolare rilievo: Aquila reale, Grifone, Picchio dorsobianco,
Rampichino alpestre, Corvo imperiale, Gracchio Alpino, Gracchio corallino.
Il Grifone ( Gyps fulvus )
Il Grifone, avvoltoio di grande dimensioni (peso 7 - 11kg, apertura alare 240 - 280cm), cm), a differenza degli altri grandi rapaci si nutre esclusivamente di animali gia morti, fungendo da "spazzino" per l'ecosistema, evitando, cosi, il diffondersi di epidemie tra la fauna selvatica. La sua presenza nella Riserva è dovuta ad un'operazione di reintroduzione effettuata dal CFS nella limitrofa Riserva Naturale dello Stato Monte Velino, iniziata nell'ottobre del 1993 con individui provenienti dalla Spagna.

MAMMIFERI
Le prime indagini conoscitive sulla
mammalofauna
delle Montagne della Duchessa, risalgono alla fine degli
anni '70,
ne è emerso un quadro estremamente ricco di specie
e di elementi
di valore conservazionistico e scientifico.
Un interessante
trend si è verificato nel corso degli ultimi decenni,
con la
progressiva comparsa di nuove specie, provenienti da ambiti
geografici vicini:
- Istrice: prime segnalazioni nel 1978;
- Cinghiale: reintrodotto da associazioni
venatorie nel 1973 a Rosciolo (confine
sud-orientale della Riserva); - Cervo: presente dal 1992;
- Capriolo: presente dal 1997.
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Nei boschi diffusi sono i
piccoli mammiferi: Moscardino (Muscardinus avellanarius), Toporagno (Sorex spp.), Topo quercino
(Eliomys quercinus),
Arvicola terrestre (Arvicola terrestris),
Scoiattolo (Sciurus vulgaris) e Donnola (Mustela nivalis).
Alle quote più elevate è possibile rinvenire l'Arvicola delle nevi (Microtus nivalis), interessante relitto di origine glaciale, che trova il
suo habitat ideale al di sopra del limite dei boschi, tra le pietraie e i
cespuglieti di ginepro.
Tra i grandi predatori va ricordata la
presenza stabile del
Lupo (Canis lupus) e del
Gatto selvatico (Felis silvestris), e da indagini storiche sembra che l'area sia
utilizzata come zona di transito anche dall'Orso bruno marsicano (Orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus).
Di seguito vengono riportate alcune note in merito alle specie "turisticamente" piu importanti, con dei consigli per individuarne la presenza durante le escursioni nella Riserva.
Ursus arctos marsicanus).
Di seguito vengono riportate alcune note in merito alle specie
"turisticamente" piu importanti, con dei consigli per individuarne
la presenza durante le escursioni nella Riserva.
Il Cervo (Cervus elaphus)
È il più grande ungulato
dell'Appennino
(i maschi possono superare i 200kg);
presenta manto di colore
bruno - rossiccio in estate e tendente al grigiastro in inverno,
con macchia chiara attorno alla coda ("specchio anale").
Conduce vita gregaria formando grande mandrie. Durante il periodo
degli amori (settembre - ottobre) i maschi difendono piccole aree
(harem) dai rivali, emettendo suoni rauchi ("bramiti").

I caratteristici palchi vengono
persi all'inizio di primavera ed iniziano a ricrescere subito dopo.
Nella Riserva la specie è presente dal 1992, in seguito all'espansione
della popolazione della Riserva Naturale dello Stato Monte Velino,
derivante da un'operazione di reintroduzione effettuata dal
CFS
.
Segno di presenza:
durante l'escursioni è facile rinvenire mucchi di
piccoli escrementi di forma ovale - allungata con un'estremita
appuntita ed una concava (dimensioni 2-2,5
cm).
Il Capriolo (Capreolus capreolus)
Cervide di ridotte dimensioni (altezza al garrese fino a 75 cm, peso 20-25 kg). Predilige zone boscose ricche di radure e cespugli.
Il mantello è rossastro d'estate e marrone grigiastro in inverno, a differenza del Cervo la macchia posteriore (zona della coda) è molto evidente e di colore biancastro. Conduce vita solitaria o in coppia all'interno di territori, difesi in particolar modo nel periodo degli amori (luglio - agosto).

Anche questa specie presenta palchi caduchi che iniziano a svilupparsi in inverno e vengono persi in autunno. Nella Riserva le prime segnalazioni si sono avute nel 1997, la probabile origine di questi individui "colonizzatori" è il limitrofo Parco Regionale Sirente - Velino, attualmente la specie è in espansione nell'Area Protetta.
Segni di presenza: escrementi simili a quelli di Cervo ma di forma più oblunga e dimensioni max 1,5 cm; scortecciamenti ("fregoni") di alberi ed arbusti fino ad un'altezza max di 70cm.
Risorse interne: foto caprioloIl Cinghiale (Sus scrofa)
È la specie selvatica da cui si sono
originate tutte le razze di maiale domestico. Conduce vita
di branco ed è caratterizzato da una dieta onnivora. Nella
Riserva l’attuale presenza sembra riconducibile a
immissioni a scopo venatorio condotte nelle aree limitrofe.
Segni di presenza:
caratteristici sono gli ampi scavi sul manto erboso, e nella
lettiera dei boschi (rooting).
Il Lupo (Canis lupus)
Nei primi anni '70 la specie risultava presente
solo in pochi e frammentati comprensori dell’Appennino centro-meridionale,
tra cui l’area del Velino (4-5 individui stimati).
Successivamente
grazie alla
protezione
legale accordata alla specie, si è avuta una ripresa della
popolazione fino all’attuale consistenza di circa 800-900
lupi (I quaderni del Parco 2, Conoscere il lupo,2013), e
l’espansione verso aree abbandonate da molti decenni
(Alpi Occidentali).
Per conoscere di più sulla distribuzione del lupo in Italia clicca qui. Questo predatore vive in piccoli gruppi familiari, in genere formati da una coppia di adulti piu la prole, in territori che possono raggiungere diverse centinaia di chilometri quadrati. Si nutre essenzialmente di Ungulati selvatici (cervi, caprioli e cinghiali), ma ove questi sono assenti o presenti con popolazioni esigue, la specie può determinare danni al patrimonio zootecnico. Per saperne di più si veda la sezione etologia del lupo cliccando qui.
Nella Riserva la presenza della specie è stata costante negli ultimi due decenni e si sono verificati almeno due eventi riproduttivi a partire dal 1992. La posizione geografica dell’area ne fa un corridoio ecologico preferenziale per gli spostamenti tra i diversi gruppi montuosi dell’Appennino umbro - laziale – abruzzese.
Risorse interne: Il Lupo (Canis lupus): articolo e foto: